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IX domenica dopo Pentecoste: Camminare sull'acqua della fede: La lezione di Pietro.


Dal Santo Vangelo secondo l’Apostolo ed Evangelista San Matteo (Mt 14:22-34)

Subito dopo (Gesù) ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.


La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «È un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».

Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.”


Riflessione

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, a voi ogni pace e benedizione!


Nella Liturgia odierna, abbiamo ascoltato un passo della prima Epistola di San Paolo Apostolo rivolta ai Corinzi (capitolo 3, versetti 9-17).


Essa affronta vari temi importanti per la comunità cristiana di Corinto. In questo specifico passo, l'apostolo Paolo utilizza l'immagine di un edificio per spiegare la natura della Chiesa e l'importanza della sua santità.


Nel dettaglio:

Versetti 9-10: Paolo paragona sé stesso ad un abile costruttore che ha fondato la Chiesa di Corinto. Egli mette in evidenza che l'edificio (la Chiesa) è fondato su Gesù Cristo, non su Pietro come erroneamente professano i Latini, come fondamento unico e solido, e sottolinea l'importanza di edificare su questa base.


Compiendo le parole del Salmo 118 (117):

“La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d'angolo.”

Versetti 11-15: Paolo afferma che ci sono diversi tipi di costruzioni che possiamo aggiungere sull'edificio della Chiesa. I materiali di cui costruiamo rappresentano le nostre opere e le nostre azioni. Alcune opere sono preziose e resistenti come l'oro, l'argento e le pietre preziose, mentre altre sono di basso valore come il legno, il fieno e la paglia. Il giorno del giudizio, quando il fuoco della prova verrà applicato alle opere, quelle che sono di valore resistente (simboleggiate dall'oro, argento e pietre preziose) resisteranno, mentre quelle di valore insignificante (rappresentate dal legno, fieno e paglia) andranno in fumo.


Versetti 16-17: Paolo avverte che la Chiesa è il tempio di Dio e lo Spirito Santo dimora in essa. Chiunque distrugge o corrompe il tempio di Dio, cioè la Chiesa, incorrerà nell'ira di Dio. La santità del tempio di Dio è di estrema importanza.


Il significato di questo passo può essere riassunto come segue:

La Chiesa è fondata su Gesù Cristo come il suo fondamento unico e solido. Le nostre opere e azioni aggiungono strati all'edificio della Chiesa, e dobbiamo fare attenzione a costruire con materiali di valore resistente (azioni virtuose e fedeli) piuttosto che con materiali di valore insignificante (azioni malvagie o prive di fede). La Chiesa è il tempio di Dio e la sua santità è sacra. Dobbiamo vivere in modo tale da rispettare e preservare questa sacralità, evitando di distruggere o corrompere la Chiesa con comportamenti sbagliati o scismatici.


Questo tema della Fede si rispecchia nel brano evangelico odierno. Esso, infatti, è incentrato sulla fede di Pietro e sull'importanza di avere fiducia in Gesù anche nelle situazioni difficili.


In questo passaggio, Gesù cammina sulle acque del mare durante una tempesta e i suoi discepoli, spaventati e sconvolti, lo vedono da lontano. Pietro, desideroso di avvicinarsi a Gesù, chiede di camminare anch'egli sulle acque. Gesù gli dice di andargli incontro, e Pietro inizia a camminare sulle acque, ma quando si rende conto della forza del vento, inizia ad aver paura e incomincia ad affondare.


Questo episodio ci insegna che la fede può permetterci di compiere cose straordinarie, ma richiede una costante fiducia in Gesù anche quando affrontiamo le sfide e le difficoltà. Tuttavia, il passo mette anche in guardia sulla perdita di fiducia, poiché quando Pietro ha dubbi, inizia ad affondare. Gesù lo salva e gli rimprovera la sua poca fede, sottolineando l'importanza di mantenere la fede anche quando le circostanze sembrano avverse.


Inoltre, ci mostra che anche quando dubitiamo o commettiamo errori, Gesù è pronto ad aiutarci e a sostenerci, purché ci rivolgiamo a Lui con fede sincera.


Nel corso dei secoli molti Padri della Chiesa hanno offerto commenti e riflessioni su questo brano. Tra i commenti patristici più noti si possono trovare quelli di San Giovanni Crisostomo e San Gregorio Magno.


San Giovanni Crisostomo (347-407 d.C.), noto per le sue omelie, ha approfondito la figura di Pietro e ha messo in evidenza il suo impeto e la sua volontà di seguire Gesù. Tuttavia, ha anche notato come la paura e il dubbio possano minare la fede di una persona e la sua capacità di perseverare nella seguente strada di Cristo:


"Pietro, che per primo aveva riconosciuto il Signore, è il primo a vacillare; perché il suo primo fervore non aveva basi solide. Infatti, chi non possiede il fondamento della fede è come una casa che si edifica sopra la sabbia. Per questo, Pietro chiede aiuto e dice: 'Signore, salvami!' È come dire: 'Fino a quando avrò la fiducia in me stesso, vacillerò e cadrò. Ma quando mi appoggerò sulla roccia della fede, allora sarò stabile e saldo.'"


San Gregorio Magno (540-604 d.C.), uno dei primi Papi a scrivere commentari esegetici, ha interpretato questo passo come un esempio della condizione umana: il credente, come Pietro, è chiamato a camminare sulla via di Gesù, ma spesso affronta ostacoli e dubbi lungo il cammino. Solo attraverso la fede in Gesù e la preghiera, come Pietro ha invocato aiuto, il credente può essere sostenuto e guidato da Dio:


"Pietro vide il vento e si spaventò. Così, chi percepisce la leggerezza della propria natura viene sopraffatto dalla paura. La fede lo fa camminare sulle acque, ma il timore lo fa affondare. Ma non appena Pietro gridò: 'Signore, salvami!' subito il Signore lo prese per mano e disse: 'Uomo di poca fede, perché hai dubitato?' Vedi? La fede e il timore sono contrari tra loro: se vuoi camminare sulle acque, tieniti saldo nella fede; se cominci a dubitare, subito affonderai."


Questi sono solo alcuni esempi di come i Padri della Chiesa hanno interpretato e commentato questo brano evangelico. Ogni commento patristico porta il suo unico punto di vista teologico e spirituale, contribuendo alla comprensione e all'applicazione di questo passo biblico nella vita dei credenti.


Tuttavia, mantenere la fede anche quando le circostanze sembrano avverse è un aspetto fondamentale della vita spirituale. La fede è la fiducia e la convinzione profonda che ciò che crediamo e speriamo in Dio è vero, anche quando le prove o le difficoltà sembrano metterla alla prova.


Nella vita, affrontiamo spesso situazioni difficili, dolorose o impreviste, e può essere facile sentirsi scoraggiati, smarriti o dubitare della bontà o della presenza di Dio. Tuttavia, la vera fede si dimostra proprio in questi momenti. Mantenere la fede in circostanze avverse significa:

Affidarsi a Dio: Credere che Dio è presente e che ci ama, anche quando non comprendiamo le sue vie o le sue decisioni.

Preghiera e fiducia: Rivolgersi a Dio con preghiera e confidare nella sua saggezza, sapendo che è in grado di portare bene anche dalle situazioni difficili.

Resilienza: Essere disposti a perseverare nella fede, nonostante le difficoltà, senza arrendersi allo sconforto o alla rassegnazione.

Speranza: Coltivare la speranza che, anche se le cose sembrano difficili ora, ci sono possibilità di cambiamento e rinnovamento.

Apprendimento spirituale: Utilizzare le difficoltà come opportunità per crescere spiritualmente, imparare lezioni importanti e maturare nella fede.


La fede autentica è una forza che può darci coraggio, consolazione e pace anche nei momenti più difficili. Mantenere la fede in circostanze avverse ci aiuta a vedere al di là delle difficoltà presenti e a continuare a camminare nella luce della speranza e della fiducia in Dio.


In sintesi, il superare le difficoltà si basa sulla fiducia in Dio, sulla ricerca della grazia divina e sulla consapevolezza che la lotta spirituale è un elemento intrinseco del cammino verso Dio. noi come cristiani dobbiamo cercare di affrontare le difficoltà con coraggio e speranza, sapendo che Dio è con noi e che la comunione dei santi ci offre sostegno spirituale durante le sfide della vita.

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di Sant’Apolinare di Ravenna o Sant'Apolinare il Martire.


Sant'Apolinare è stato un vescovo e martire che visse nel II secolo. Inviato proprio da San Pietro, di cui era discepolo, a Ravenna riuscì ad evangelizzare la popolazione locale e a diffondere il cristianesimo.


Secondo la Tradizione, Sant'Apolinare nella sua vita ha subito molte persecuzioni a causa della sua fede in Cristo e, per tale amore in Lui, ha sopportato diverse torture. Fino alla decapitazione.

Sant'Apolinare è venerato come protettore di Ravenna, e la città è nota per la sua basilica, la Basilica di Sant'Apolinare in Classe, costruita in suo onore nel VI secolo.


In questa IX domenica dopo Pentecoste invece, che ci prepara a vivere la Solennità della Dormizione di Sant’Anna, Madre di Maria, Madre di Dio, ricorre anche il mio primo anniversario della mia ordinazione diaconale.


Il mio primo anno da diacono è stato un viaggio emozionante e profondamente gratificante. Entrare nel ministero diaconale è stata una chiamata divina che ho accettato con umiltà e devozione. Da quando ho indossato i paramenti sacri per la prima volta, ho sperimentato una trasformazione interiore e una crescente consapevolezza del mio ruolo nel servizio alla comunità e alla Chiesa. Come potrò mai dimenticare il mio pianto involontario di gioia durante la mia ordinazione?!


Nel primo capitolo di questo viaggio, ho sperimentato delle emozioni forti e al tempo stesso bellissime. La formazione spirituale e teologica mi ha fornito solide basi per affrontare le sfide del ministero.


Il mio primo anno da diacono è stato caratterizzato da numerose opportunità di servizio alla comunità. Attraverso visite ai miei amici bisognosi di aiuto e confortando alcuni miei parenti che hanno subito la perdita di un loro caro ho avuto l'opportunità di condividere il conforto e la speranza del Vangelo con coloro che si trovavano in momenti difficili. Anche quando non sapevo quale fosse la cosa migliore per aiutarli, la mia semplice presenza è stata ha rappresentato un ristoro per la loro anima.


Il ministero diaconale mi ha anche permesso di approfondire la mia crescita spirituale. La preghiera quotidiana, la riflessione sulla Parola di Dio e la partecipazione ai sacramenti mi hanno dato la forza e il supporto di cui avevo bisogno per affrontare le sfide del ministero. Ho scoperto che l'ascolto attento delle esperienze degli altri mi ha aiutato ad entrare meglio in sintonia con la comunità e a comprendere ancor di più i bisogni spirituali delle persone.


Nessun cammino è privo di sfide, e il mio primo anno da diacono non è stato diverso. Ho affrontato sfide personali e ho dovuto imparare a bilanciare il mio ministero con la mia vita familiare e professionale. Tuttavia, le gratificazioni superano di gran lunga le difficoltà. Vedere il sorriso di gratitudine negli occhi di coloro che ho servito mi ha ricordato costantemente il significato profondo del mio ruolo.


Il mio primo anno da diacono è stato un'esperienza che mi ha cambiato in modo significativo. Il servizio alla comunità e la crescita spirituale mi hanno reso una persona più compassionevole, paziente e amorevole. Non vedo l'ora di continuare il mio cammino come diacono, crescendo e imparando sempre di più nel servizio a Dio e agli altri.


Infine, vi chiedo gentilmente, non dimenticatevi di ricordarvi di me nelle vostre continue preghiere affinché io possa continuare a crescere e a servire nella vocazione di diacono con dedizione, fede e preparandomi degnamente per l’ordine sacro del sacerdozio che verrà.

Che il Signore vi benedica ora e sempre!


Arcidiacono Michele Alberto Del Duca.


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